L’Associazione culturale organizza nel mese di febbraio la sagra del maiale. Lo staff si adopera per preparare alcuni piatti tipici quali le polpette, i pruppuni accompagnati dai fagioli cotti a la pignata, sottaceti e sottoli… A chiudere la cena, un variegato menù di dolci fatti in casa al sapore di agrumi.
L’intento è quello di rievocare uno dei momenti più importanti che si ripeteva ogni anno all’interno di ogni famiglia, ovvero quello della macellazione del maiale. Quando era proprio vero che del maiale non si buttava via niente, in quanto la carne e i suoi derivati rappresentavano una vera e propria fonte di sostentamento. Era anche un momento di intenso lavoro per tutti i componenti della famiglia, ciascuno dei quali partecipava alla preparazione degli insaccati, della carne salata e di altre specialità. Era l’occasione per riunire parenti e vicini e gustare, in base alle fasi di lavorazione delle varie parti del suino, determinate pietanze: il soffritto, le ossa al sugo con la pasta fatta in casa, i pruppuni… La caddara era sempre in ebollizione sul focolaio, mentre mani laboriose si davano da fare intorno alla majida. Erano tempi in cui la vita privata quasi non esisteva, ed ogni momento della sfera individuale aveva una dimensione collettiva.
La sagra in ogni edizione registra un buon numero di partecipanti spinti dalla possibilità di riassaporare le pietanze del passato in condivisione ed allegria. Quasi come una volta.
Acuni momenti delle varie edizioni della Sagra del maiale.